
Come non amare Hancock, superessere alcoolizzato e coatto che tra una dormita su una panchina e una sbronza protegge Los Angeles dai cattivi? Will Smith ci regala un personaggio veramente goffo e disadattato, un simpatico grezzone che vive alla giornata cercando di fare del bene ma ricevendo solo l'odio dei cittadini e delle autorità per i metodi spicci e un tantino vandalici di risolvere i problemi (come ad esempio salvare una balena dall'arenaggio lanciandola in mare, dritta su una barca). Ma anche per Hancock cambierà il vento quando conosce Ray Embry, un'idealista PR che cerca di cambiare la sua immagine in quella di un supereroe amato da tutti. Ecco quindi che nella prima parte del film assistiamo alla rinascita sociale di Hancock, con tanto di taglio della barba incolta e detenzione in prigione per ripagare i danni causati durante i "salvataggi". Nella seconda parte del film invece scopriamo le origini del suo potere, in un crescendo di scontri ed esplosioni, rivelazioni epiche e gran finale per tutti!
Come è stato giustamente fatto notare, Hancock è il primo supereroe che nasce al cinema ispirandosi ai fumetti ed ha una trama molto originale che non si riduce alla solita americanissima storia di riscatto sociale ma punta sul contrasto tra ordinario e straordinario e sul significato di essere eroici e coraggiosi. Da appassionato di fumetti ho anche trovato alcuni elementi del post Civil War della Marvel, saga epica di questi ultimi anni dove la figura del supereroe viene messa in forte discussione. La regia è molto veloce, da videoclip, ma adatta allo spirito del personaggio e del film e l'interpretazione è di buon livello. Alcune scene sono veramente memorabili e divertenti, un film da vedere!
Voto finale: 7 e mezzo
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